S. Lucia. Modifiche successive

Ho deciso di modificare profondamente l'opera viva del S. Lucia, perchè se pure la barca ha soddisfatto in acque interne e calme, l'utilizzo in mare, con onda, ha rivelato un comportamento duro e poco confortevole.
La carena originaria, abbastanza piatta, non è adatta a fendere le onde e ricadere morbidamente; da qui l'idea di rimodellare completamente le linee d'acqua.
Le fotografie, fatte a distanza di un anno tra loro, mostrano le due situazioni.
Il confronto prima e dopo le modifiche si commenta da se'....

Tracciatura sulla carena delle modifiche.
La stellatura di prua aumenta da 22 a 33 gradi, grazie all'innalzamento dello spigolo del ginocchio ed alla creazione di un pattino a diedro negativo ("reverse chine").

Tracciatura del deadrise a poppa.
Da un angolo di 3 gradi, la stellatura passa a 12, il massimo possibile senza dovere fare modifiche ancora più profonde.

Dopo avere sfilato il carrello da sotto la barca, provvedo a rovesciarla su un fianco per lavorare più agevolmente allo smantellamento del fasciame.


Smontaggio del fasciame a prua.




E' necessario modificare le ordinate, che riceveranno integrazioni in multistrato di Okoumè del medesimo spessore.


La barca poggiata su una culla di legno, appositamente approntata.
In questa posizione è molto agevole lavorare sulla parte destra dello scafo, che è la superiore.

Osservando con attenzione la foto, si nota che le ordinate anteriori del lato destro della barca hanno già le ordinate della forma difinitiva.
Anche il pagliolato ha subito una modifica, per non andare in interferenza con il nuovo fasciame.

Posa dei correnti in mogano.
Grazie anche a numerosi fori di alleggerimento, la sentina è ben ventilata.


Posa dei correnti in mogano.
Il lato di dritta è quasi pronto per l'applicazione del nuovo fasciame


Il compensato è gia' fibrato sul lato interno alla barca, con tessuto di vetro da 200 grammi/metro2.
Terminata la posa di tutto il rivestimento in legno, laminerò un uguale tessuto anche sull'esterno.

Posa del tessuto di vetro sulla meta' carena di dritta.
La resina è ovviamente epossidica a catalizzazione lenta.
Nella fotografia si vede che sto utilizzando una pistola termica; il flusso di aria moderatamente calda aiuta molto l'impregnazione del tessuto, poichè fluidifica la resina, che così viene meglio assorbita anche dal legno.

Completata la prima metà del lavoro, devo girare la barca sull'altro fianco.
Una foto nel bel mezzo dell'operazione è d'obbligo, per apprezzare le prime differenze di forma.

Il lavoro prosegue con la barca coricata sull'altra murata.
Si apprezzano le ordinate, non ancora completamente modificate.

Altra vista della stessa situazione.
Lo specchio di poppa ha già la forma sostanzialmente definitiva.
Le ordinate invece non sono state ancora completamente adattate.




Similmente all' altra semicarena, rivesto con fasciame in multistrato di Okoumè da 1/4 di pollice a 5 strati, che corrisponde a poco più di sei millimetri.
Naturalmente anche questo è già rivestito nella faccia interna con tessuto di vetro.

La posa del fasciame è completata.
La foto mostra le superfici già rivestite anche con tessuto di vetro.
I listelli che si vedono hanno il solo scopo di mantenere in posizione il tessuto di vetro negli spigoli concavi, durante la catalizzazione.
Infatti sono isolati con nastro adesivo trasparente, al quale la resina non aderisce.

Questa immagine mostra il risultato dpo l'applicazione di due mani di primer epossidico
Il passo immediatamente successivo è stato levigare e verniciare la metà carena con bicomponente bianco.

Ecco il risultato dopo la verniciatura con bicomponente bianco.
Per non complicare troppo la procedura, ho applicato la vernice a rullo, accontentandomi certamente di un risultato un po' inferiore come qualità rispetto ad una applicazione a spruzzo, ma comunque assolutamente dignitoso.

Dopo avere girato la barca nella sua posizione naturale, ho apprezzato ancora una volta la differenza di stellatura della carena.


Ultima fase: coricata sulla murata sinistra per l'ultima volta, mi appresto a terminare la verniciatura, con l'applicazione prima del sottofondo e poi della vernice, analogamente alla semicarena appena trattata.


Ecco il risultato, dopo molte ore di lavoro; non rimane che metterla finalmente nella sua posizione naturale.



Utilizzando la culla, alla quale per comodità avevo smontato le due semilune per consentirne il rotolamento, l'operazione è risultata semplicissima.


Finalmente sul carrello, pronta per il secondo varo.
Obbiettivamente, al di là del sicuro miglioramento del comportamento in acqua, trovo che abbia anche una linea più bella...

Da una diversa angolazione....




La modifica ha comportato un piccolo calo del volume dell'opera viva a prua, e una significativa diminuzione a poppa.
Ciò ha risolto un piccolo problema della "precedente versione", che risultava leggermente appruata a riposo e in regime di disolcamento.
Questa modifica ha portato inoltre ad una maggiore immersione a riposo, stimabile in circa 55 millimetri, ma la barca è rimasta autosvuotante statica, in quanto il pagliolato rimane sopra la linea di galleggiamento.

Preparazione al test.




Le immagini parlano da sole; la traiettoria risulta molto più stabile, ed in virata la barca non derapa più.
Non ho potuto saggiare in questa prima uscita il comportamento con onda, essendo il test fatto in un canale, ma le uscite successive in mare hanno confermato tutte le aspettative.

L'assetto è soddisfacente, e in virata la barca si inclina correttamente verso l'interno della traiettoria.
La velocità di punta non è cambiata se non di poche frazioni di nodo, attestandosi a quasi 26 miglia marine per ora (circa 50 km/ora).

Altra immagine, scattata sempre nel Canale Volano, in provincia di Ferrara.